domenica 26 aprile 2015
sabato 25 aprile 2015
mercoledì 21 gennaio 2015
Sulla giostra Bermporad
Giovanna Bemporad era lei una giostra da sola. Acca 24. Come un giardino d'aranci in città. |
Traduzioni a confronto: una possibilità didatticaUna giostra, quindi. Una competizione, che legittimava l'artista ad aggiungere molto del suo (il meraviglioso incontro di Ettore e Andromaca alle Porte Scee con la commozione dell'eroe dinanzi al figlioletto Astianatte andrebbe letto in classe: evidenziando, oltre che la tenerezza espressiva tutta neoclassica, anche le aggiunte di Monti non presenti nel testo greco: l'aggettivo "intenerito" e così l'avverbio "dolcemente" o l'espressione "con immenso affetto").
E certo, utilissimo su un piano didattico può essere il confronto di un medesimo passo omerico, tradotto da Monti e Foscolo, al fine di valutarne differenze e comunanze. Suggerisco, tra i tanti, la discesa dal cielo di Apollo, tratta dal primo canto, o lo struggente lamento di Andromaca, estrapolato dal sesto. Di questo episodio, cito i primi versi tradotti da Monti: "Sorrise Ettorre nel vederlo, e tacque. / Ma di gran pianto Andromaca bagnata, / accostassi al marito, e per la mano / stringendolo, e per nome in dolce suono / chiamandolo proruppe […]". Quindi quelli foscoliani: "Silenzioso ei sorridea con tutti / gli occhi mirando il pargoletto; e innanzi / gli si frappose Andromaca, e la destra / pur a due mani gli stringeà piangendo".
"Trovo le tue idee dipinte, e le mie scolpite, a me manca la magia delle tinte, a te il rilievo dei muscoli", scriverà Foscolo allo stesso Monti. È un'immagine che coglie, forse meglio di ogni altra spiegazione specialistica o pedante, il cuore delle differenze presenti in queste traduzioni magistrali. Che tuttavia sono accomunate dalla medesima capacità di riecheggiare quelle atmosfere omeriche riproposte prima dal Neoclassicismo e venate sempre più di preromantica sensibilità.
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