lunedì 11 ottobre 2010

fare poesia sulla poesia

Poesie della Bemporad A quel crocicchio di vita e morte
Giovanna Bemporad Esercizi Editore Garzanti pagine 182, lire 9.500 di Alcide Paolini ("Corriere della Sera", s.d.)



Esiste una querelle mai risolta intorno al fare poesia sulla poesia, con buone ragioni pro e contro, anche se l'unica ragione valida resta pur sempre quella del testo. Mi viene questa riflessione forse banale ma necessaria a proposito della ristampa di un libro di versi cresciuto appunto sulla poesia stessa. Si tratta di Esercizi di Giovanna Bemporad, nome noto a molti tra coloro che hanno avuto frequentazioni letterarie nell'immediato dopoguerra, ma certamente poco noto ai giovani. Bene ha fatto quindi Garzanti a ripubblicarlo, ampliato, perché al di là dei risultati intrinseci di questa poesia partenogenetica, resta valido in essa un connaturato insegnamento: quello del verso ben fatto, dell'endecasillabo ben costruito, della metafora esatta, della musicalità perfetta al punto da dar ragione perfino a chi ha parlato di manierismo.

Le due parti di cui si compone il volume, quella delle poesie e quella delle traduzioni, testimoniano specularmente di un mondo nel quale l'aspirazione più grande è quella della morte come introduzione alla vita: come dire che la vita, quella che lascia tracce di sé, non può essere vissuta che in quel luogo sacro dove la morte e la vita si ricongiungono in un unicum che è la poesia. Ed è proprio da questo luogo che la Bemporad prende le mosse, quando ancora adolescente traduce l'Eneide in endecasillabi, attirando subito su di sé l'attenzione di trepidi e infiammabili coetanei e quella di già autorevoli traduttori, da Traverso a Praz. I luoghi sacri delle traduzioni, da Omero a Virgilio a Saffo a Mallarmé a Rilke, sono infatti gli stessi che le ispireranno i suoi versi, nei quali gli elementi essenziali sono elementi vitali, e gli elementi vitali sono elementi magici.

Ma quel tono magico-esoterico intravisto da Pasolini perde le sue risonanze arcane per risultare nella sua essenza... dirà Spagnoletti: e avranno ragione tutti e due...
1) continua...



notaPier Paolo Pasolini, il commence quelques diverses techniques de peintre et il produit - jusqu'en 1947 -  des études et peint [on peut voir certains exemples de cette activité dans la séction "Pasolini pittore" (Pasolini peintre)]. A cette  époque (entre 1937 et  1944) Pasolini avait plusieurs d'amis: son cousin Nico Naldini, Fabio et Silvana Mauri, Luciano Serra, Roberto Roversi, Francesco Leonetti, Giovanna Bemporad. 

Dopo Mallarmé

porta la parola alle sue ultime conseguenze

mercoledì 22 settembre 2010

Esercizi

Giovanna Bemporad: Esercizi, Garzanti, pagg. 175, lire 9.500
E' fin troppo facile definire neoclassiche queste poesie, scritte tutte prima del 1948 e pubblicate in quell'anno in un'edizione pressoché clandestina. Troppo facile perché tutto (i perfetti endecasillabi, il lessico alto, il lirismo mai patetico ma anzi fermamente e nobilmente distanziato dagli umori dell'io, persino alcune scelte tematiche quali il passare del tempo, la gioventù trascorsa, la malinconia, la luna) sembra cospirare per imporre quella precisa chiave di lettura. E tuttavia il titolo stesso della raccolta suggerisce un'altra possibilità. La Bemporad che è ottima traduttrice di poesia (e nel volume c'è un'ampia testimonianza di tale attività), sembra compiere, nei confronti del materiale lirico offerto dalla tradizione italiana nella sua interezza, un'operazione di segno analogo a quello della traduzione: una riscrittura rigorosa e impegnativa di versi già scritti da altri, che lasci intatte le coordinate fondamentali dell'originale, che sia però in grado di far positivamente reagire la sostanza poetica con il nuovo sistema di riferimenti in cui viene trasferita la lingua, nel caso delle traduzioni, il cui qui e ora storico nel caso dello poesie. E in questo senso l'operazione è senza dubbio pienamente riuscita.

op cit. http://insonnoeinveglia.splinder.com/archive (
Giovanna Bemporad: Esercizi, Garzanti, pagg. 175, lire 9.500 ("la Repubblica", s.d.)

L'allievo

nausicaa

tradurre computare cantare, giovanna bemporad, giugno 1988_3-01, Nausicaa ... videorlab "giovanna bemporad" orazioconverso ...
di orazioconverso  1 anno fa  11 visualizzazioni

 note «Ebbi la ventura di incontrare nella prima adolescenza una Pizia adolescente, autentica sacerdotessa di Apollo (si misurava già con Omero), musicale fin negli ingorghi più intrigati delle viscere». Questa è l’immagine, esatta, che di Giovanna Bemporad (1928) dà Elio Pagliarani, suo dichiarato allievo, in occasione della riedizione garzantiana degli Esercizi nel 1980 (comprendenti sue poesie e traduzioni, dai poemi indiani dei Vedha a Saffo, Omero, fino a Baudelaire, Verlaine, Rimbaud, Mallarmé, Valery, e ancora Rilke, Hölderlin e George).

Ulisse abbraccia alle ginocchia Nausicaa


atelier via ludovico di monreale
note di Andrea Cirolla: gli-esercizi-della-vita-omaggio-a-giovanna-bemporad - L’opera che più ha segnato l’esistenza di Giovanna Bemporad è la traduzione in endecasillabi (cifra costante del suo lavoro poetico) dell’Odissea di Omero. Un primo florilegio, in due edizioni consecutive (1968 e 1970), fu pubblicato per le Edizioni Radio Italiana. | Per Le Lettere di Firenze è uscita una nuova versione ampliata nel 1990, poi ristampata nel 1992 e ancora nel 2004. | Un’edizione scolastica dell’Odissea, commentata da Vincenzo Cerami, è stata stampata da Einaudi nel 2003. 
Miniatura

Giovanna Bemporad, Ulisse e la madre

Ulisse e la madre da Omero di Giovanna Bemborad. Reading per Videor, videorivista di poesia
di videorlab  3 anni fa  164 visualizzazioni